Se il 2022 è stato indubbiamente un anno "value", l'inizio del 2023 è decisamente più complicato per questo stile di gestione.

Quest'osservazione di carattere generale va tuttavia relativizzata a seconda delle aree geografiche.

Basti pensare che tra gennaio e giugno 2023 lo stile value ha registrato negli Stati Uniti la peggiore performance semestrale relativa della sua storia (rispetto allo stile growth). La differenza è molto più marcata rispetto al primo semestre 2020, ai massimi della crisi COVID, o rispetto al secondo semestre del 1999, all'apice della "bolla TMT".

Passando all'Europa, anche qui gli indici value registrano un ritardo semestrale rispetto agli indici growth, ma tutto sommato in proporzioni moderate e ben lontane dalle differenze riscontrate nei due periodi già citati.

Performance relativa del primo semestre degli indici MSCI value vs growth con dividendi reinvestiti dal 2000:

Negli Stati Uniti

In Europa

Al di là di questa semplice osservazione, è interessante interrogarsi sui motivi di questo significativo divario tra Europa e Stati Uniti.

L'elemento determinante è dato dalla differenza di composizione "settoriale" tra questi indici.

La tecnologia in senso lato ha infatti un peso schiacciante negli Stati Uniti e questi settori sono perfettamente rappresentati negli indici growth. Le tecnologie dell'informatica (Apple, Microsoft, Nvidia), i servizi di comunicazione (Alphabet, Meta) e i beni di consumo voluttuari (Amazon, Tesla) costituiscono il 75% dell'indice MSCI USA Growth, ma solo il 21,5% del suo omologo Value. Tuttavia questi tre settori hanno registrato quest'anno aumenti compresi tra il 32% e il 41%, trainati in particolare dall'entusiasmo degli investitori per il tema dell'intelligenza artificiale e possono quindi spiegare almeno due terzi del differenziale di performance tra growth e value negli Stati Uniti. In Europa la tecnologia rappresenta solo il 13% circa degli indici growth (rispetto al 3% degli indici value) e, sebbene siano ben rappresentati anche altri settori come i beni di lusso e l'industria che quest'anno hanno registrato una buona performance, la loro incidenza è compensata dal forte peso dei settori della sanità e dei beni di consumo durevoli, che nel 2023 stanno registrando performance più contenute.

I denigratori della "vecchia Europa" diranno che questo deficit di pesi massimi tecnologici è un'ulteriore prova della scarsa attrattiva del nostro continente per gli investitori, ma avere portafogli più bilanciati a livello settoriale potrebbe anche essere una fortuna per gli investitori europei, siano essi value, growth o style-agnostic.

Style Value: il "grande disaccoppiamento" tra Europa e Stati Uniti

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